Se i nostri reni sono a rischio possono esserlo anche gli occhi. I pazienti nefropatici se alla loro patologia di base associano disordini metabolici, diabete e pressione alta, possono essere soggetti a sviluppare patologie oculari. Anche per questo la consulenza oculistica viene inserita nello screening del paziente nefropatico.
A fare il punto è la Dottoressa Teresa Papalia, Direttore f. f. dell’Unità Operativa Complessa di Nefrologia, Dialisi e Trapianto dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza.
I pazienti nefropatici hanno anche un interessamento dell’apparato visivo?
Purtroppo sì. Alcuni tra i fattori che espongono i soggetti affetti da patologia cronica del rene ad un più alto rischio di patologie oculari sono: il diabete e l’ipertensione, disordini metabolici associati all’insufficienza renale cronica, come lo stress ossidativo, l’anemia e le terapie a base di steroidi per la cura delle nefropatie. Esistono, inoltre, alcune mutazioni genetiche che portano all’insorgenza di cosiddette manifestazioni oculo-renali cioè condizioni patologiche che si ripercuotono sia sull’occhio che sul rene, quali le sindromi di Alport, la sindrome da nefrite tubulo interstiziale e l’uveite.
In genere i pazienti nefropatici o in dialisi sono anche ipertesi e talora diabetici. Queste comorbilità (la coesistenza di più patologie diverse in uno stesso individuo) aggravano i danni a livello retinico?
Si, nei pazienti ipertesi e diabetici nefropatici in dialisi e non, è quasi sempre presente una retinopatia con una vasta gamma di alterazioni della retina che peggiorano inevitabilmente la qualità della vita di questi pazienti con gravi ripercussioni sulla sfera sociale, emotiva e lavorativa della persona. Se il paziente oltre a essere iperteso è anche diabetico la situazione è ancora più grave in quanto il danno può interessare oltre alla retina anche il cristallino.
La consulenza oculistica è inserita nello screening del paziente nefropatico?
Quasi sempre. Sottoporre i nefropatici a controlli oculistici periodici è una strategia vincente sia nei pazienti in terapia conservativa, sia nei pazienti già in dialisi, perché consente di identificare precocemente l’insorgenza di complicanze e trattarle.
È possibile trattare con una certa serenità terapeutica manifestazioni retiniche come trombosi venose nei soggetti nefropatici?
Si è possibile grazie ai progressi nella cura delle patologie retiniche, specie nell’ultimo decennio e i dati incoraggianti della Letteratura.
La cataratta ha un’incidenza maggiore nei pazienti sottoposti a dialisi?
In assoluto non c’è un’incidenza maggiore rispetto alla popolazione generale, tranne che nei pazienti diabetici, ipertesi, o con uso prolungato di terapie a base di steroidi o in quelli affetti da Sindrome di Alport, una patologia ereditaria che colpisce il rene, l’orecchio e l’occhio, e la cui anomalia oculare specifica è rappresentata dal lenticonobilaterale anteriore, più raramente posteriore, che può complicarsi con la rottura della capsula del cristallino portando a cataratta precoce.