Chi ha un figlio miope o lo è a propria volta, potrebbe aver sentito parlare di ortocheratologia.
Si tratta di una tecnica non chirurgica che esiste dagli anni ’60, ma che tuttavia ha recentemente guadagnato interesse per la sua capacità di rallentare la progressione della miopia. L’ortocheratologia, come spiega in un approfondimento l’Università di Sydney comporta l’uso di una lente a contatto rigida, appositamente progettata, durante la notte.
La lente “rimodella” temporaneamente l’occhio mentre si dorme, modificando delicatamente il profilo della cornea, con la conseguenza di generare un cambiamento temporaneo: al risveglio le lenti possono essere rimosse e si è in grado di vedere.
Ci vuole circa una settimana di ciclo per ottenere un effetto pieno, ma dopo, supponendo che si indossino ogni sera, si dovrebbe essere in grado di superare le giornate senza occhiali o lenti a contatto.
E, soprattutto, ci sono buone prove che può aiutare a rallentare la progressione della miopia.
Come tutti i trattamenti, tuttavia, l’ortocheratologia ha i suoi pro e contro e i suoi rischi devono essere ben compresi prima dell’uso.
L’ortocheratologia può essere un’opzione interessante:
- Per chi desidera un’alternativa agli occhiali, ma trova le lenti a contatto scomode o non adatte (perché, ad esempio, soffre di secchezza oculare, lavora in ambienti polverosi o pratica sport acquatici).
- Come alternativa alla chirurgia refrattiva, anche se va tenuto presente che questo tipo di chirurgia è permanente ma l’ortocheratologia è temporanea.
- Per evitare che il bambino debba portare occhiali o lenti a contatto a scuola, che possono andare persi o allentarsi.
I potenziali svantaggi includono:
- I costi iniziali sono superiori rispetto alle lenti a contatto giornaliere in cui il costo complessivo simile è distribuito nel tempo
- L’effetto svanisce se non le si usa tutte le sere
- In generale, l’uso di lenti a contatto comporta un rischio maggiore di infezione oculare rispetto a chi non ne fa uso