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Un microago biodegradabile per portare farmaci all’interno dell’occhio

Un nuovo microago autobloccante e biodegradabile per l’iniezione di sostanze terapeutiche negli occhi, che potenzialmente risolve una delle principali sfide del trattamento delle malattie degli occhi: la somministrazione accurata di farmaci terapeutici alla retina, proteggendo al contempo da possibili complicazioni nel sito di iniezione.
È quello sviluppato dal Terasaki Institute for Biomedical Innovation, il cui funzionamento viene descritto sulla rivista Advanced Healthcare Materials.

La ricerca mostra prove precliniche che questo innovativo microago biodegradabile, rivestito con un farmaco terapeutico da rilasciare al momento dell’inserimento nel bulbo oculare, può anche essere dotato di uno speciale idrogel che sigilla contemporaneamente il foro di inserimento. Inoltre, il microago autobloccante può essere fabbricato con aghi di diverse lunghezze, in modo che le terapie possano essere mirate con precisione e disperse nei tessuti retinici o in altre aree all’interno del bulbo oculare. Alcune forme di retinopatia possono essere trattate mediante l’iniezione di farmaci nel bulbo oculare utilizzando siringhe e aghi ipodermici. In questa procedura, i farmaci iniettati si diffondono attraverso il fluido all’interno del bulbo oculare per raggiungere il sito danneggiato. In molti casi, sono necessarie più iniezioni per un periodo di tempo prolungato per proteggere la loro vista. Oltre a rappresentare un problema per i pazienti, questo regime introduce il rischio di infezione batterica nel sito di prelievo dell’ago. Può anche rappresentare un rischio per le cellule tumorali fluttuanti negli occhi malati di sfuggire attraverso i fori di puntura e migrare verso altri siti.

Per evitare questi problemi, sono stati tentati aghi impiantabili per la somministrazione di farmaci; tuttavia, le difficoltà meccaniche e la navigazione attraverso il fluido viscoso nel bulbo oculare hanno ostacolato il posizionamento accurato dell’ago e rappresentano un ulteriore rischio di danno retinico. Altri approcci prevedono tappi polimerici per chiudere i fori lasciati dagli aghi ipodermici, ma ciò comporta un passaggio separato e un intervallo di tempo dopo l’iniezione.

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