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La degenerazione maculare senile

Il progressivo invecchiamento della popolazione in tutti i paesi industrializzati, sta destando sempre una maggiore attenzione verso i bisogni sociosanitari conseguenti alle malattie tipiche di questo periodo della vita. Tra queste si colloca la Degenerazione Maculare Senile, che se non curata, può portare alla perdita irreversibile della capacità visiva centrale.

La perdita della funzione visiva centrale induce una minore autosufficienza nelle attività quotidiane della persona e un isolamento di un’ampia e crescente fascia della nostra popolazione, con conseguenti problematiche individuali e sociali il cui peso è destinato ad aumentare.

La degenerazione maculare legata all’età è per definizione una patologia dell’invecchiamento della macula (la zona centrale della retina) e si colloca ormai al primo posto tra le cause di invalidità visiva in Italia.

La macula, la parte molto piccola, ma molto importante del fondo oculare consente la nostra visione fine, centrale, permettendo di leggere una pagina di libro, di guidare e di percepire i dettagli di un’immagine.

La degenerazione maculare riduce la vista nella sua porzione centrale, quasi mai in quella periferica. Non si diventa pertanto completamente ciechi a causa di questa malattia. Se alcune parole sembrano offuscate all’interno di una pagina oppure ci si accorge di spazi vuoti o scuri al centro della propria visione, o le linee di un quaderno appaiono distorte, potrebbe trattasi di sintomi di una maculopatia.

La degenerazione maculare senile e la relativa perdita o riduzione della visione centrale, può interessare anche un solo occhio mentre l’altro può conservare perfettamente la capacità visiva, con conseguente difficoltà del paziente di accorgersi dei sintomi. Quando una maculopatia coinvolge entrambi gli occhi, il paziente avverte il disturbo più rapidamente perché noterà il deficit di qualità e quantità della sua vista.

 

Forme di degenerazione maculare senile

Esistono due forme di degenerazione maculare legata all’età (detta anche degenerazione maculare senile), entrambe associate ad alterazioni del microcircolo capillare, tipiche dell’età avanzata: la forma secca (o atrofica) e quella umida (o essudativa); queste andrebbero considerate come due patologie distinte, poiché le loro prognosi ed eventuali terapie sono del tutto diverse.

La forma più grave della malattia, detta “umida”, è meno frequente e a più rapida evoluzione, ma attualmente è l’unica considerata trattabile attraverso farmaci particolari detti anti VEGF.

La maggior parte delle persone affette da maculopatia senile presenta la forma “secca” o atrofica. Essa è causata dall’invecchiamento dei tessuti maculari e in genere produce un lento deterioramento della vista.

Una caratteristica della maculopatia senile in stadio precoce è la presenza di depositi sotto la retina, chiamati drusen. Tuttavia la sola presenza di drusen, non comporta di solito una perdita visiva nella parte centrale, ma il loro incremento numerico o dimensionale indica un rischio aumentato di progressione verso le fasi avanzate della malattia, quella atrofica o più raramente quella essudativa.

Circa il 10% delle persone affette da maculopatia senile presenta la forma “umida” o essudativa. Essa è causata dalla crescita di vasi sanguigni anormali sotto la macula. Questi cosiddetti neo-vasi sono fragili e perdono liquido e sangue danneggiando la macula, e quindi la visione centrale, provocando un’emorragia sottoretinica. Il peggioramento della vista può essere molto rapido.

 

Non è stato ancora dimostrato il motivo della comparsa della degenerazione maculare senile. Molte persone anziane la sviluppano come parte del naturale processo d’invecchiamento del proprio corpo.

Ma sono stati individuati numerosi fattori a rischio quali:

  • età superiore a 60-65 anni;
  • sesso maschile, lieve prevalenza;
  • Tabagismo. Il fumo di sigaretta accelera il processo di deterioramento dei vasi sanguigni che irrorano macula e retina;
  • alimentazione povera di sostanze antiossidanti (tra cui betacarotene e vitamine C ed E), che proteggono le strutture oculari, e ricca di grassi saturi e soprattutto zuccheri;
  • eccessivo consumo di bevande alcoliche;
  • soffrire di malattie quali diabete, ipertensione e aterosclerosi;
  • esporsi al sole senza la protezione delle lenti solari. I raggi UV, infatti, producono danni a lungo termine a carico di retina e macula. Il rischio aumenta nei soggetti con occhi chiari.

La genetica, infine, gioca un ruolo chiave nella predisposizione alla malattia, e per tale ragione possiamo definire come multifattoriali le cause che portano all’insorgenza della degenerazione maculare legata all’età. Nella sola Italia ne soffre circa un milione di persone, sia uomini che donne.

 

Molte persone non si accorgono di avere una maculopatia in un occhio finché i sintomi non diventano importanti e/o bilaterali. La diagnosi è di norma effettuata attraverso l’esame della vista e del fondo oculare e con altri test ed esami strumentali, quali l’OCT e l’angio OCT e, un tempo, la fluorangiografia e l’angiografia al verde d’indocianina.

Un esame molto facile da eseguire ed utilissimo per monitorare nel tempo l’evoluzione della patologia è il reticolo di Amsler (una griglia a quadretti con un punto centrale), che consente di riconoscere distorsioni delle immagini o zone cieche centrali. Uno dei sintomi presenti è, infatti, una distorsione delle linee rette (righe di un quaderno, linee formate dalle mattonelle del pavimento) in prossimità del centro del campo visivo. In questi casi è importante sottoporsi a un controllo medico oculistico per una diagnosi precisa in tempi brevi.

Tali indagini consentono allo specialista di fare la diagnosi e di classificare la malattia, e iniziare un eventuale trattamento.

 

La maculopatia senile, una volta insorta, non guarisce. Tuttavia il suo impatto sulla vista, e la vita dei pazienti, può essere limitato e a lenta progressione.

Nonostante le esatte cause della degenerazione maculare legata all’età non siano ancora perfettamente chiarite, l‘assunzione di vitamine e molecole varie e antiossidanti possono ridurne il rischio d’insorgenza.

Alcuni tipi di maculopatia essudativa possono beneficiare di un trattamento laser, volto a bruciare e chiudere i neovasi sotto-retinici che danneggiano la macula. Un trattamento chiamato PDT (terapia fotodinamica) invece, prevede la combinazione di un farmaco, iniettato endovena, con l’utilizzo di un laser, focalizzato sulla macula, per cercare di bloccare o rallentare la crescita dei neovasi anomali, ma ormai è piuttosto abbandonato.

Un altro tipo di trattamento mira a contrastare una particolare molecola del corpo umano, responsabile della crescita dei vasi sanguigni anormali sotto la retina è invece più indicato, questa molecola è denominata VEGF (fattore di crescita vascolare).

Vari farmaci sono disponibili da tempo come prodotti anti-VEGF e che vengono iniettati all’interno dell’occhio, eseguendo una puntura con un ago molto sottile.

Queste terapie intravitreali cercano di ottenere un certo recupero della vista, tuttavia devono essere ripetute frequentemente, anche una volta al mese. Tutte queste procedure possono limitare il danno alla vista e in qualche caso anche migliorare la qualità della visione compromessa dalla maculopatia.

Tuttavia non curano il meccanismo di base e non è prevedibile un ritorno completo alla normalità una volta che un danno si sia instaurato.

Purtroppo quasi tutte le persone con questo problema alla fine riportano deficit più o meno severi della visione centrale.

 

È utile per il riconoscimento precoce della degenerazione maculare correlata all’età. Non sostituisce il contributo del medico ma permette di evidenziare facilmente i primi sintomi.

Come si fa?

Il test  si può eseguire in qualsiasi luogo e in qualsiasi momento, in maniera semplice:

  • Se utilizzi per leggere occhiali, lenti a contatto, li devi indossare anche durante il test.
  • Esegui il test a una comoda distanza di lettura (30-40 cm) in un ambiente ben illuminato.
  • Esegui il test prima con un occhio e poi con l’altro occhio.
  • Copri un occhio con il palmo della mano.
  • Fissa con l’altro occhio il punto bianco al centro della griglia per circa 10 secondi (evita di far scorrere l’occhio all’interno della griglia, ma fissa il centro)

Contatta il tuo oculista se:

  • sono visibili zone vuote, sfocate, annebbiate
  • sono presenti linee ondulate, distorte o interrotte
  • non vedi il punto bianco al centro della griglia
  • non vedi tutti e 4 gli angoli della griglia
  • noti qualcosa di irregolare nell’immagine

 

[a cura di: Dr. Vittorio Picardo – EyesON]

 

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