Le ha ideate la Purdue University, che ora lavora alla loro sperimentazione clinica
Lenti a contatto morbide intelligenti specializzate, in grado di misurare con precisione la pressione intraoculare, potrebbero essere l’ultima potenziale arma messa a disposizione per fermare la cecità correlata al glaucoma. Le ha sviluppate la Purdue University, che le descrive in un articolo pubblicato su Nature Communications.
Alcuni degli attuali tonometri indossabili, o dispositivi che misurano la pressione all’interno degli occhi, sono dotati inoltre di un chip a circuito integrato, che porta ad un aumento dello spessore e della rigidezza rispetta a una tipica lente a contatto morbida commerciale, causando in molti casi disagio ai pazienti. La versione della Purdue University è diversa.
Non solo: le lenti a contatto morbide ideate possono essere indossate anche di notte, favorendo un monitoraggio della pressione intraoculare per 24 ore.
“L’aumento maggiore della pressione intraoculare – specifica infatti Chi Hwan Lee, autore principale della ricerca – si verifica spesso mentre le persone sono sdraiate. I valori notturni sono in genere dal 10% al 20% maggiori di quelli diurni. Per rispondere a questa esigenza insoddisfatta, abbiamo sviluppato una classe unica di lenti a contatto morbide intelligenti basate su vari marchi commerciali di lenti a contatto morbide per il monitoraggio continuo della pressione intraoculare 24 ore su 24, anche durante il sonno”.
Il tonometro per lenti a contatto sviluppato dagli studiosi crea una registrazione che viene trasmessa a un ricevitore wireless posto in un paio di occhiali (per la misurazione della pressione intraoculare diurna) o in una maschera per dormire (per la misurazione della IOP durante il sonno).
I dati raccolti nell’arco delle 24 ore possono essere condivisi con i medici in remoto tramite un server crittografato. Il tonometro può generare un avviso acustico per il rilevamento dell’aumento della pressione oculare, consentendo un’azione appropriata e riducendo potenzialmente la necessità di visite cliniche.
Gli studiosi stanno lavorando alla sperimentazione nella pratica clinica.
Foto: Copyright 2022 Purdue University / Rebecca McElhoe