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Glaucoma: diagnosi, compliance e intelligenza artificiale

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Giornata Mondiale della Vista a cura di IAPB Italia ETS

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La parola al Prof. Giorgio Marchini, Presidente S.I.GLA.
I nuovi trattamenti e l’importanza dell’aderenza alla terapia sono i temi dell’intervista a Luca Agnifili, responsabile del centro regionale per i glaucomi presso l’Università D’Annunzio di Chieti-Pescara

 

Spesso irrompe senza manifestare sintomi, se non nelle fasi più tardive: è il glaucoma, una patologia cronica e progressiva. “La semplice misurazione della pressione intraoculare non è sufficiente per diagnosticarlo, è invece necessaria una valutazione complessiva”, spiega in questa intervista il Professor Luca Agnifili, responsabile del centro regionale per i glaucomi, clinica oftalmologica, centro di eccellenza e centro nazionale di alta tecnologia in Oftalmologia dell’Università “G. D’Annunzio” di Chieti-Pescara.

“È importante – aggiunge – informare sull’esistenza della malattia ed invitare a sottoporsi a periodiche visite specialistiche dai 40 anni in poi, soprattutto se c’è familiarità o comorbilità”.

Altro tema da non tralasciare è la compliance: “Il paziente spesso – osserva Agnifili – non è aderente alla terapia perché la malattia inizialmente è asintomatica”, quindi la persona non sente il bisogno di seguire un trattamento. Specie i più giovani possono essere meno attenti, così come i single. “Non seguire la cura – avverte l’esperto – espone a un peggioramento della patologia. La cosa più opportuna è che il medico spieghi al paziente la terapia e lo motivi a seguirla”.

In finale, anche l’intelligenza artificiale è entrata in oftalmologia e, nello specifico, nella diagnosi del glaucoma. “La letteratura scientifica pullula di studi, incominciano ad esserci dei dati ed è possibile che in futuro l’intelligenza artificiale possa aiutarci. Varie pubblicazioni hanno valutato per esempio l’efficacia di sistemi di analisi delle fotografie del fondo dell’ottico, per l’individuazione delle papille ottiche sospette di glaucoma”, commenta Agnifili, che sottolinea come i sistemi basati sugli algoritmi siano uno strumento in più, non certamente sostitutivi sia in campo diagnostico sia terapeutico.

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