Maria Cristina Savastano (Policlinico Gemelli di Roma): “Servono controlli abituali per chi ha familiarità”
Si è più a rischio di degenerazione maculare legata all’età a partire forse dai 70 anni, sebbene l’incidenza della patologia negli ultimi anni, in termini di età di esordio, si stia abbassando. Per questa malattia, nella quale è importante una diagnosi precoce, sono consigliati controlli annuali, e in generale controlli serrati per chi ha una maggiore predisposizione, dettata ad esempio da una familiarità.
A spiegarlo è la dottoressa Maria Cristina Savastano, Oculista del Policlinico Gemelli di Roma, esperta di patologie della retina medica.
Utilizzo dei nutraceutici e prevenzione
Si può prevenire la maculopatia legata all’età con i nutraceutici? La risposta dell’esperta è che aiutano, ma va chiarito che non sono un farmaco, bensì un supporto polivitaminico mirato, a base di nutraceutici con grossi potenziali antiossidanti, che non possono modificare la malattia, ma ne possono influenzare l’evoluzione e il decorso.
La diagnosi
“Nel caso di una maculopatia secca – spiega la Dottoressa Savastano – è più difficile accorgersi che qualcosa non va, per lo sviluppo lento e graduale della patologia. Al contrario, per quanto riguarda la maculopatia umida o essudativa il paziente si accorge immediatamente che compare nella parte centrale del campo visivo una difficoltà di visione o distorsione delle immagini che infastidisce numerosi comuni atti della vita”.
“La diagnosi – conclude la Dottoressa Savastano – non è difficile per un oculista, perché può essere sufficiente una semplice visita con l’osservazione del fondo oculare. Nel caso di un dubbio diagnostico o necessità di approfondimento, vi è oggi la possibilità di utilizzare apparecchi di ultima generazione, che sono definibili come delle Tac senza mezzo di contrasto, che sono l’OCT o l’angiografia OCT, che consentono di visualizzare i dettagli in alta risoluzione che avvengono nella parte centrale della retina (la macula), confermando la diagnosi precoce di maculopatia. L’esame OCT è poi comunque utile per verificare il decorso nel tempo di questa patologia invalidante”.