Con la Legge Delega sulla Disabilità si hanno tempi molto ristretti per l’applicazione della nuova Classificazione ICF, la classificazione internazionale del funzionamento disabilità e salute, che ha visto l’Italia dopo gli anni Duemila tra i promotori di questo cambiamento. L’elemento innovativo principale, per la disabilità in genere e quella visiva nello specifico, riguarda la salute non concepita più come assenza di malattia, ma come benessere fisico, psichico e sociale. Nell’ambito della disabilità si inizia a parlare, invece che di handicap, di partecipazione: il soggetto disabile viene inserito nell’ambito della società con un suo apporto positivo.
A fare il punto è il Professor Filippo Cruciani, referente scientifico di IAPB Italia Onlus, Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità.
L’esperto ricorda anche che da sempre l’oftalmologia presenta patologie con un risvolto sociale, anche per il loro carattere invalidante. Negli anni ‘60 si partì con un Decreto Ministeriale in cui venivano considerate malattie sociali alcune condizioni che risultano oggi più facilmente operabili, come il distacco di retina. Nel frattempo sono emerse malattie degenerative, per lo più legate all’invecchiamento, che hanno portato a una condizione di ipovisione, più che di cecità.