Per una diagnosi accurata, è importante rivolgersi allo specialista in maniera precoce e non limitarsi all’automedicazione
Non un reale dolore, ma un fastidio, simile alla sensazione di avere dei corpi estranei negli occhi. Questa una delle principali manifestazioni che lamentano i pazienti che soffrono di patologie della superfice oculare o della cosiddetta “sindrome dell’occhio secchio”.
Per risolvere una condizione di malessere, molte persone si affidano al consiglio dell’amico e a rimedi fai da te, magari acquistando colliri senza mai consultare uno specialista. Eppure individuare delle terapie efficaci è più facile se la diagnosi arriva precocemente, come spiega in questa intervista il Professor Giuseppe Giannaccare, Ordinario di Malattie dell’Apparato Visivo all’Università di Cagliari, Direttore della UOC di Oculistica presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Cagliari e della Scuola di Oftalmologia.
E anche prima degli interventi chirurgici, come quello sulla cataratta, è importante trattare prima i problemi che riguardano la superficie oculare. A dimostrarlo è un recente studio pubblicato su European Journal of Ophthalmology, di cui il Professore è uno degli autori. “Chi ha l’occhio secchio è come se avesse il parabrezza della macchina non pulito, per cui pur operando in maniera impeccabile, il paziente potrebbe non riconoscere i benefici della chirurgia”, afferma il Professor Giannaccare.
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