L’atrofia geografica è una forma avanzata di degenerazione maculare senile. Si tratta di una patologia che colpisce 5 milioni di persone nel mondo e che porta alla perdita progressiva e irreversibile della vista. Tra poco meno di un anno sarà disponibile in Europa il trattamento per questa patologia.
L’Fda (Food and Drug Administration), l’ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti farmaceutici, ha infatti già approvato, il 17 febbraio 2023, l’iniezione intravitreale di Pegcetacoplan, con una partecipazione importante dell’Italia, visto che la Fondazione Irccs G.B. Bietti per lo studio e la ricerca in oftalmologia ha partecipato agli studi internazionali di Fase 3, grazie ai quali è stato scoperto questo trattamento.
E a sua volta, l’Agenzia Europea dei Medicinali Ema sta esaminando una domanda di autorizzazione all’immissione in commercio, con una decisione prevista per l’inizio del 2024.
“La perdita della vista causata dall’atrofia geografica compromette gravemente l’indipendenza e la qualità della vita, rendendo difficile la partecipazione alle attività quotidiane”, spiega la Dottoressa Monica Varano, Direttrice scientifica dell’Irccs Bietti. “Nelle persone affette, i fotorecettori, che sono cellule fotosensibili, si deteriorano nella macula, una porzione centrale della retina responsabile della visione centrale e della percezione dei colori. Questo danno inizia nella forma di piccole areole che si sviluppano poi in aree più grandi; una persona con degenerazione maculare senile precoce può avvertire problemi con la lettura o la visione notturna. Alla fine, se la malattia progredisce a stadi avanzati, si svilupperanno punti ciechi permanenti (scotomi) al centro del campo visivo”.
“In due studi, Oaks e Derby – conclude Varano – il farmaco ha mostrato di ridurre il tasso di crescita della lesione rispetto al gruppo di controllo e ha dimostrato effetti di trattamento crescenti nel tempo, con il beneficio maggiore che si è verificato tra i mesi 18-24. Il profilo di sicurezza è ben dimostrato dopo 12.000 iniezioni”.