Sensibilizzare i giovani sulla disabilità visiva, in particolare permettendo loro di mettersi nei panni di una persona priva del senso della vista e spingendoli quindi ad attivare altre percezioni per relazionarsi con lo spazio e le persone.
Questo l’obiettivo di un laboratorio, che si è tenuto nella sede milanese di CBM Italia, organizzazione umanitaria impegnata nella prevenzione e cura della cecità e della disabilità evitabile e nell’inclusione delle persone con disabilità nel Sud del mondo e in Italia – che vede coinvolti 13 ragazze e ragazzi in un workshop multisensoriale condotto dalla storica dell’arte Selene Carboni, specializzata in educazione tattile per non vedenti.
Per mezzo di attività pratiche come camminare al buio, manipolare la creta e ricreare opere famose in tableau vivant (quadri viventi), i ragazzi potranno scoprire, in quella che è solo la prima di più tappe, una nuova e potente modalità di comunicazione basata sull’esperienza diretta e sul fondamentale senso del tatto.
Il laboratorio è un modo concreto per interpretare la Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, nell’ambito del progetto “Sono inclusivo” di Cbm e Son.