La miopia è il difetto visivo che genera la difficoltà di mettere a fuoco gli oggetti da lontano.
Un miope, privo di correzione, si riconosce facilmente: egli tende a strizzare le palpebre, cioè a ridurre la fessura palpebrale per migliorare la visione degli oggetti posti ad una certa distanza. Stringendo le palpebre, può modificare sia pure di poco la messa a fuoco, e così facendo può vedere meglio.
Nella miopia i raggi luminosi che arrivano all’occhio non vengono focalizzati sulla retina ma al davanti di essa; e questo avviene perché il miope ha l’occhio più lungo del normale, e quando avvicina agli occhi l’oggetto guardato riesce a mettere a fuoco sulla retina e produce una visione distinta di quanto osservato. Il miope, infatti, vede bene da vicino, a distanze variabili in base al valore della miopia.
L’entità della miopia, si misura in base al numero di diottrie negative che bisogna anteporre all’occhio sulle lenti per portare a fuoco l’immagine, cioè per vedere bene. I decimi servono invece a quantificare il visus, ovvero la capacità visiva di un occhio, cioè quante righe del tabellone si leggono.
Tipi di miopia
- Miopia lieve o semplice: quando il difetto non supera le 4 diottrie, sempre che l’occhio non abbia altre alterazioni e sia quindi sano; per cui con una appropriata lente può vedere 10/10, cioè avere il massimo dell’acuità visiva.
- Miopia grave o maligna o patologica o malattia degenerativa miopica: caratterizzata da una serie di alterazioni del bulbo oculare, specie sulla retina; per cui l’occhio, spesso anche con le lenti adeguate, ha una visione inferiore a quella normale; più le alterazioni retiniche sono gravi più la vista è, di solito, ridotta.
La miopia è il difetto della vista più diffuso in assoluto nel mondo: interessa circa il 30 – 35 % della popolazione in tutti i continenti e la percentuale è incostante aumento. Tranne nei rari casi di miopia congenita, l’età tipica di insorgenza della miopia è quella scolare. La miopia semplice tende ad aumentare con lo sviluppo fisico per stabilizzarsi con l’età adulta; quella patologica, chiamata anche degenerativa, aumenta a volte anche durante tutto l’arco della vita e progressivamente compromette le strutture del bulbo oculare.
Le cause della miopia
Lo studio della causa o dell’origine della miopia ha prodotto quantità enormi di ipotesi e di controversie e le teorie sono numerosissime e spesso contrastanti. In ogni caso si può ritenere che la causa sia multifattoriale.
I due fattori principali responsabili dell’insorgenza della miopia sono, sicuramente, il fattore ereditario ed il fattore “ambientale”.
- Fattore ereditario: molti studi indicano una componente genetica come causa di insorgenza della miopia, ma non completamenti dimostrati.
- Fattore “ambientale”: la miopia sarebbe dovuta all’uso-abuso della vista: la miopia comparirebbe per un eccesso di attività oculare nell’applicazione da vicino (lettura, scrittura, computer, cucito, etc.).
A favore di queste ipotesi si possono considerare alcuni fatti.
L’occhio sottoposto ad un lavoro continuativo e prolungato da vicino “si adatta” a questa situazione e diventando miope si affatica di meno; la miopia può essere considerata quindi come una strategia di adattamento dell’uomo alle sue attività.
In condizioni normali l’uso della vista da vicino è causa di affaticamento (cosa che non accade per la visione da lontano); nella condizione di miopia l’attività a distanza ravvicinata è facilitata, perché l’occhio miope è già a fuoco per vicino; ne deriva che chi è più dedito al lavoro continuato e prolungato nel vicino è potenzialmente più a rischio di diventare miope.
Viste tutte le ipotetiche cause di miopia e la difficoltà ad individuare una singola causa sulla quale sia possibile attuare dei meccanismi preventivi o instaurare delle terapie, gli studiosi e i ricercatori hanno convenuto che la miopia non può essere prevenuta ma solo corretta con gli occhiali o le lenti a contatto e nel tempo con i trattamenti laser.
I sintomi
La sintomatologia è molto semplice: quando non si vede bene da lontano e questo può provocare: mal di testa e /o difficoltà di concentrazione.
Questi sintomi possono creare disagio e problemi di vario genere non soltanto a lavoro ma anche nella vita di tutti i giorni, basti pensare ai pericoli e agli incidenti che possono accadere alla guida delle automobili.
Gli esami utili utilizzati per definire la miopia sono:
- misurazione della acutezza visiva con e senza lenti correttive;
- applicazione delle gocce cicloplegiche, che provocano la dilatazione della pupilla e una difficoltà nella messa a fuoco che permette di determinare con precisione la quantità del difetto visivo (diottrie).
La cura
La miopia si corregge con gli occhiali, con le lenti a contatto o con l’intervento laser ad eccimeri; tutti rendono la visione nitida e chiara (sempre che non ci siano alterazioni della retina).
Miopia lieve o semplice
Il paziente usa occhiali leggeri e lenti sottili (lenti comprese fra 1 e 3-4 diottrie), e la miopia tende a fermarsi al completamento dello sviluppo fisico.
L’occhio ha forma e dimensioni normali (la lunghezza varia fra 22 e 24 millimetri). La visione (con gli occhiali o con le lenti a contatto) è cioè 10/10.
Il trattamento con laser ad eccimeri (PRK o LASIK) consente, nella maggioranza dei casi, di eliminare completamente la miopia L’acutezza visiva dopo la correzione laser sarà uguale a quella che c’era prima con gli occhiali.
Miopia elevata o malattia miopica oltre le 4 diottrie
Gli occhiali sono pesanti e le lenti sono spesse all’esterno e sottili al centro; la miopia tende a progredire più o meno per tutta la vita ed in maniera irregolare. L’occhio è grande e sporgente (la lunghezza può variare fra 24 e 36 millimetri).
L’occhio miope è più o meno “malato” cioè presenta alterazioni in quasi tutte le sue strutture; particolarmente colpita è la retina (degenerazione maculare, emorragie, rotture retiniche, etc) ed il nervo ottico ne è parzialmente interessato.
La visione è più o meno ridotta (anche con lenti) a seconda della maggiore o minore gravità delle alterazioni miopiche retina, specie per vicino.
Il trattamento laser o chirurgico (LASIK o impianto di cristallino artificiale) consente, nella maggioranza dei casi, di eliminare o di ridurre drasticamente l’entità della miopia ed in parecchi casi di eliminarla.
L’acutezza visiva dopo l’intervento sarà più o meno eguale a quella già esistente con gli occhiali prima dell’intervento.
Diversi fattori possono causare miopia, cioè la messa a fuoco delle immagini al davanti della retina, primo tra questi l’allungamento del bulbo, infatti con il passare degli anni la misura antero-posteriore (cioè dalla cornea alla retina) aumenta e conduce ad un progressivo aumento della miopia. Questo fattore è la causa più frequente di miopia, specie di quella elevata e può indurre alterazioni dei tessuti oculari, in particolare della retina e trasformare, come appena detto, il difetto in una vera e propria patologia (malattia miopica).
Altri fattori che comportano l’insorgenza della miopia sono per lo più dovuti ad una variazione di rapporto tra le varie strutture dell’occhio: curvatura corneale superiore alla norma; cristallino troppo vicino alla cornea, curvatura alterata delle superfici del cristallino, indice di rifrazione del nucleo del cristallino superiore alla norma (iniziale cataratta).
La correzione con laser
Per correggere in parte o completamente la miopia si può ricorrere ad un trattamento laser o chirurgico.
Le principali tecniche utilizzabili sono:
- PRK con laser ad eccimeri: la tecnica utilizza il laser sulla superficie della cornea;
- LASIK con laser ad eccimeri: la tecnica utilizza il laser nello spessore del tessuto corneale.
Per la correzione della miopia esistono poi altre metodiche, puramente chirurgiche, di uso meno frequente:
- inserzione di cristallino artificiale senza rimozione del cristallino umano (tecnica del doppio cristallino);
- sostituzione del cristallino umano trasparente con inserzione al suo posto di un cristallino artificiale (tecnica dello scambio del cristallino): uguale all’intervento di cataratta.
Queste varie metodiche vengono usate di volta in volta a seconda dell’entità del difetto da correggere e di altri fattori clinici; più esattamente:
- miopia lieve: si usa la fotoablazione laser di superficie (PRK). In pratica, con un fascio di luce ultravioletta si “rimodella ” la superficie della cornea per una profondità e per una estensione tali da appiattirla e ottenere quindi la correzione della miopia. Questa tecnica è semplice, rapida ed eseguibile ambulatoriamente con collirio anestetico; non richiede il bendaggio dell’occhio; ha tempi di guarigione e di recupero visivo un po’ lenti;
- miopia lieve media ed elevata: si usa la fotoablazione laser nello spessore del tessuto corneale (LASIK). Essa consiste nell’eseguire il trattamento laser ad eccimeri dopo incisione “lamellare” della stessa, con un altro laser, il laser a femtosecondi. L’operazione viene eseguita con collirio anestetico, in ambulatorio; è completamente indolore e non richiede punti o punture e nemmeno bendaggio dell’occhio; ha tempi di guarigione e di recupero visivo rapidi;
- miopia molto elevata: si usa di solito un cristallino artificiale da inserire all’interno dell’occhio con un intervento di breve durata eseguibile con con collirio anestetico.
In situazioni in cui il difetto è molto forte, oppure è associato, ad un rilevante astigmatismo, può essere necessario associare due tecniche in tempi diversi per sfruttare i vantaggi di una e dell’altra. Naturalmente è compito del medico oculista esperto di chirurgia, alle esigenze visive, alla rifrattiva suggerire la tecnica più idonea; ciò solitamente viene fatto in base al tipo di occhio, all’età del paziente oltre che alla valutazione del quadro clinico nel suo complesso.
A cura di
Dott. Vittorio Picardo – EyesON