Chirurgia 3D: qualità, sicurezza e precisione

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In che misura la tecnologia può ridurre le liste di attesa?

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Glaucoma: passato, presente e futuro

La parola al Prof. Giorgio Marchini, Presidente S.I.GLA.
Le immagini tridimensionali portano benefici anche nella chirurgia oculistica. A parlarne è Alessandro Galan, direttore del Centro oculistico San Paolo presso l’Ospedale Sant’Antonio di Padova

 

Immagini più definite e precise, tanto da aumentare la sicurezza dell’azione chirurgica. Le applicazioni in oculistica della tecnologia 3D sono sempre più numerose, in particolare nelle sale operatorie, dove si notano i benefici per gli interventi per il glaucoma e i trapianti di cornea. “Ma è soprattutto nella vitreoretinica che il 3D dà il massimo”, spiega in questa video intervista Alessandro Galan, direttore del Centro oculistico San Paolo presso l’Ospedale Sant’Antonio di Padova.

L’introduzione della nuova metodica, rappresenta una “rivoluzione”, a detta dell’esperto, di cui beneficia il chirurgo, così come gli assistenti, gli infermieri e gli operatori che vedono un’immagine ingrandita e tridimensionale.

Ma, naturalmente, tutto questo a vantaggio soprattutto del paziente.

La qualità di ciò che viene visto “è nettamente superiore a quella che potremmo ottenere osservando un microscopio. La definizione è digitale e per questo è precisissima”, sottolinea Galan. Vedere meglio consente inoltre alla chirurgia che sfrutta questa metodica di essere più sicura. Il costo però degli strumenti 3D resta ancora elevato e non tutte le strutture ospedaliere possono permetterselo. “Spero – afferma il direttore – che la tecnologia diventi appannaggio di tutti i chirurghi perché è un miglioramento della chirurgia”.

Mentre il 3D sta man mano prendendo piede, la sfida che si affaccia ora in oculistica è l’uso dei robot: “è estremamente più preciso della mano umana – assicura Galan – ma per la chirurgia dell’occhio siamo ancora in una fase arretrata. Ho grande fiducia però che si possa elaborare un sistema per controllare il robot in una cavità così ristretta. Spero che venga dato in dotazione in centri che ne facciano un uso attento per poi diffonderlo, proprio come è stato fatto per la tecnologia 3D”.

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