Ricordate quando arrivarono le prime immagini di tomografia a coerenza ottica (OCT)?
Nessuno credeva che avrebbero portato a informazioni aggiuntive utili rispetto a quanto visibile in lampada a fessura (LAF). Ora non si può farne a meno e vorremmo idealmente un OCT disponibile accanto ad ogni LAF. Perché avere la scansione tomografica crea la certezza della normalità rispetto alla lesione, con una significatività di risultato molto maggiore all’immagine en-face colore offerta anche da LAF con lente a contatto.
Da quando Huang ha pubblicato le prime immagini OCT della retina nel 1991, l’OCT è notevolmente progredito negli ultimi tre decenni. Gli strumenti OCT sono stati ampiamente utilizzati in oftalmologia soprattutto dall’introduzione commerciale di SD-OCT nel 2006, che aveva maggiore velocità e sensibilità rispetto al Time Domain – OCT (TD)-OCT.
In seguito, l’OCT di terza generazione, l’OCT swept-source (SS-OCT), avvalendosi di una ancor maggiore velocità di scansione (100 kHz) e penetrazione dei tessuti, ha consentito per la prima volta l’imaging e la valutazione quantitativa della coroide e del vitreo, insieme ad una migliore penetrazione attraverso la cataratta e altre opacità dei mezzi.
Allo stesso modo, ricordate quando arrivarono le prime immagini di angioOCT?
Barbara Parolini1, Veronika Matello1, Matteo Ripa2, Teresa Florit3, Lorenzo Motta2, Rino Frisina4
1 Eyecare Clinic, Crystal Palace, Brescia
2 Department of Ophthalmology, William Harvey Hospital, East Kent Hospitals University NHS Foundation Trust, Ashford (UK)
3 Istituto clinico San Rocco, Brescia
4 UOC Oculistica – Dipartimento di Chirurgia Ospedale Guglielmo da Saliceto, Piacenza
Fonte: OftalmologiaDomani.it